Chi l’ha visto? Il fenomeno del ghosting nelle relazioni amorose

Di Marta Bottini e Silvia Martinelli

NUOVI LUOGHI DI INCONTRO

Tinder, Whatsapp, Instagram, sono solo alcuni dei canali digitali che al giorno d’oggi mediano le nostre relazioni interpersonali. L’aumento dell’utilizzo di app e chat online riguarda anche gli scambi a sfondo romantico: spesso le coppie si formano su piattaforme virtuali e solo successivamente si approda all’incontro di persona.

Questo profondo cambiamento nelle modalità relazionali tra esseri umani comporta numerosi risvolti. Da un lato, l’interagire dietro uno schermo permette di mantenere una distanza tra sé e gli altri, di costruire un’immagine da offrire all’altro e di poter costruire, messaggio dopo messaggio, un terreno fertile all’incontro di persona. D’altro canto, però, viene meno la componente corporea, fatta virtualmente di foto, video, messaggi vocali, ma dalla quale il corpo, nella sua completezza, è escluso. A mancare è anche la spontaneità nella relazione: emoji e gif mediano ciò che nell’incontro fisico manifestiamo attraverso gesti, sorrisi, sguardi e posture. Anche il ritmo della comunicazione è “falsato”, fatto di pause, messaggi cancellati e riscritti, come se la spontaneità potesse essere controllata, filtrata.

Questa nuova modalità relazionale, da un lato può essere rassicurante, perché maggiormente controllata, dall’altro può generare un crescendo di aspettative reciproche non sempre realistiche, che possono sfociare in delusioni profonde, capaci di generare cicatrici relazionali molto dolorose. 

LASCIARSI, ROMPERE, CHIUDERE

La fine di una relazione amorosa può configurarsi come un’esperienza traumatica dalle conseguenze imponenti nella vita di un individuo. Un fattore centrale che influisce su questa sofferenza è la modalità con cui il partner comunica all’altro la separazione.

In alcuni casi il partner ritarda la rottura della relazione, con frequenti “tira e molla” che posticipano la reale conclusione del rapporto. Quando, invece, si decide di porre fine alla storia, lo si può fare attraverso l’uso di due tipi di strategie, che la letteratura scientifica divide in dirette e indirette. Le strategie di rottura dirette consistono nel confrontarsi apertamente all’interno della coppia, manifestando i propri dubbi e perplessità all’altro e chiudendo esplicitamente la relazione. Chi usa una strategia di rottura indiretta, invece, si separa dal partner evitando la comunicazione esplicita della propria scelta, ritirandosi e disinvestendo progressivamente dal rapporto. Le prime permettono di elaborare la fine della relazione in maniera più funzionale, mentre le seconde comportano reazioni più negative.

IL FENOMENO DEL GHOSTING

Il Ghosting è una strategia indiretta per porre fine ad una relazione romantica che, recentemente, ha stimolato l’interesse dei ricercatori. Il Cambridge Dictionary lo definisce come una modalità di concludere una relazione sentimentale, interrompendo all’improvviso qualsiasi comunicazione. Nell’era digitale si parla di “Digital Dissolution Disappearance Strategy”, ovvero l’uso del ghosting come strategia per scomparire e svanire digitalmente dalla relazione. Questo fenomeno avviene attraverso uno o più mezzi tecnologici, ad esempio, non rispondendo più a telefonate o messaggi, non seguendo più i partner o bloccandoli sui social network. In questo modo chi viene lasciato non conosce la motivazione della rottura e vive l’allontanamento e il vuoto inspiegati lasciati dall’altro. Tutto ciò comporta l’impossibilità di vivere una vera chiusura relazionale.

Le vittime del ghosting riportano una profonda ferita ed una serie di emozioni difficilmente digeribili: confusione, incredulità, colpa. D’altra parte, chi mette in atto il ghosting si trova a sua volta in grande difficoltà emotiva nel gestire ciò che prova. Prende vita quello che potrebbe essere definito come un circolo vizioso, di ferite e lacerazioni tanto in cui subisce la separazione, quanto in chi la agisce. La letteratura scientifica fornisce dati interessanti per una riflessione su questo fenomeno, sempre più frequente soprattutto nelle relazioni mediate dal mondo virtuale.

Poiché il ghosting avviene all’interno della relazione fra due persone, è importante interrogarsi sul ruolo di entrambe, superando la dicotomia tra chi fa ghosting e chi lo subisce. Per meglio comprendere le dinamiche relazionali tra adulti, è necessario guardare molto più indietro nel tempo, alle relazioni che hanno sperimentato da piccoli con chi si è preso cura di loro.

UNO SGUARDO ALLE RELAZIONI DEL PASSATO

Gran parte del modo in cui ci avviciniamo e ci allontaniamo dall’altro è influenzato dal nostro stile di attaccamento. Di cosa si tratta? Il sistema di attaccamento è un insieme di comportamenti volti a regolare il nostro senso di vicinanza e sicurezza. Quando ci si sente minacciati, questo sistema si attiva e ci spinge a cercare la vicinanza protettiva di una figura di riferimento (caregiver). Nel tempo, le interazioni con chi si prende cura di noi modellano le nostre rappresentazioni mentali di noi stessi (sono amabile? I miei bisogni vengono ascoltati?) e degli altri (l’altro è affidabile? Posso contare sull’altro se ho bisogno?). Queste rappresentazioni contribuiscono al modo in cui ci relazioniamo con gli altri e poniamo fine ad una relazione amorosa.

Quando si è sperimentato un attaccamento sicuro nel corso dell’infanzia, si è in grado di vedere l’altro come affidabile e se stessi come degni di amore. Per questo è più probabile che si riesca a concludere una relazione in maniera diretta e condivisa.

Nel caso di un accudimento ambivalente, il caregiver è stato a tratti accudente e a tratti assente in maniera imprevedibile, portando il soggetto a percepirsi come degno e non degno di amore a intermittenza. Di conseguenza si costruiscono relazioni in cui si oscilla tra bisogni di vicinanza e allontanamento in modo contraddittorio. A fronte di un’eccessiva preoccupazione di separarsi dall’altro e di non riuscire a gestire la conseguenza emotiva di quella perdita, si tenta di mantenere aperta la possibilità di ricongiungimento con il partner. In questi casi, non si assiste ad una vera e propria rottura relazionale, ma si cerca di rimanere in rapporti amicali con l’ex partner o di riconquistarlo.

Quando, invece, si è sperimentato carenza e rifiuto da parte dei caregiver primari,si tende ad evitare di manifestare i propri bisogni, aspettandosi che l’altro non possa prendersene cura. Chi ha vissuto questo stile di attaccamento, tende ad utilizzare strategie indirette per porre fine ad una relazione, evitando tensioni ed emozioni all’interno della coppia e mantenendo una distanza emotiva dal partner, specialmente in condizioni di forte stress. Le ricerche evidenziano un’associazione tra l’aver vissuto un accudimento carente e rifiutante e la messa in atto del ghosting.

RISIGNIFICARE IL GHOSTING

Tanto per chi attua il ghosting quanto per chi lo subisce, tale esperienza sembra richiamare modalità già sperimentate nel corso dell’infanzia, che portano alla riattualizzazione di antichi schemi relazionali. E’ quindi possibile risignificare il ghosting, tenendo conto delle storie individuali di chi è coinvolto in questo fenomeno.

Nello specifico, scomparire dalla relazione può essere l’unico modo per dar voce ai propri bisogni di allontanamento, quando si ha in mente che l’altro non possa essere un interlocutore con cui confrontarsi apertamente. Dall’altra parte chi subisce questa tacito e improvviso abbandono, gestirà quel vuoto di assenza facendo riferimento alle proprie rappresentazioni di sé e dell’altro. Ad esempio, se si proviene da un attaccamento sicuro, si avranno più strumenti per riflettere sull’accaduto, mantenendo una concezione di sé sufficientemente positiva (nonostante il ghosting rimango una persona amabile). Al contrario, se vi è un’insicurezza nell’attaccamento, tali esperienze potranno convalidare la propria inadeguatezza (io non sono degno di amore e infatti l’altro mi abbandona).

La complessità del fenomeno del ghosting si intreccia con la complessità data dal terreno virtuale in cui si verifica. Per questa ragione, nonostante in letteratura siano già presenti numerosi contributi, è ancora necessario approfondire l’argomento per comprenderne tutte le sfaccettature.

In conclusione, il ghosting, perpetrato o subito, può generare emozioni e reazioni di difficile comprensione e gestione. Un percorso che favorisca una maggiore consapevolezza della propria storia e della sua influenza nella costruzione delle relazioni attuali, può configurarsi come un valido aiuto nell’elaborazione di quanto vissuto.

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