Dopo aver guardato l’ultimo film di Adam McKay “Don’t look up”, ho avvertito un senso di estraneità che non mi spiegavo. Riflettendoci meglio, ho capito che desidererei essere estraneo alla società globale illustrata nella pellicola, eppure, purtroppo, ne faccio parte!
È proprio questo che colpisce di “Don’t look up”, si tratta di un film che descrive fedelmente il nostro tempo.
Recitata da un cast stellare, la trama ci parla di due astronomi (Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence) che scoprono una cometa in rotta di collisione con la terra. Secondo i loro calcoli, la vita sul nostro pianeta avrebbe ancora poco più di sei mesi, prima di estinguersi a causa dell’impatto.
Il mondo intero, la società civile e le istituzioni politiche mondiali si trovano a dover gestire una catastrofica emergenza.
La trama potrebbe evocare il classico disaster movie nel quale i buoni devono salvare la terra; ciò che vediamo in “Don’t look up” invece è uno spaccato delle modalità grottesche e tragicomiche con cui la società del nostro tempo affronta tematiche cruciali per il pianeta (dalla pandemia al cambiamento climatico).
Politici (rappresentati da una brillante Meryl Streep che interpreta una versione femminile di Trump) che si preoccupano solo di sondaggi e campagne elettorali, e che faticano a prendere sul serio i contributi scientifici. Una popolazione di civili che, invece di far fronte comune nell’emergenza, mediante dialogo e rispetto reciproco, è sempre più scissa e polarizzata tra il movimento “look up” (coloro che hanno fiducia nella scienza) e quello “don’t look up” (coloro che non credono all’arrivo della cometa), con tutti i conflitti e il caos che questa divisione comporta. Mass media che invece di veicolare informazioni corrette, basate su dati di realtà, sono disposti a tutto pur di spettacolarizzare la situazione emergenziale per ottenere un po’ di audience in più ed infine capi supremi di colossi tecnologici che dietro una confusa ed astratta idea di evoluzione celano piani di privatizzazione spaziale.
L’artefice di tale carosello di cinismo e disumanità è una generazione incapace di comprendere ed accogliere i bisogni e le necessità delle generazioni successive (emblematici dell’incomunicabilità generazionale sono il generale Themes della Casa Bianca che, pur di intascarsi qualche dollaro, “fa la cresta” sugli snack che offre ai due astronomi e la dottoranda Dibiansky che non riesce a capacitarsi delle motivazioni di questo gesto; per lei “fregare” il prossimo è semplicemente inconcepibile).
Intanto la cometa è sempre più vicina alla terra, la fine del mondo sta arrivando.
L’umanità riuscirà a salvarsi?
Ma soprattutto…l’umanità merita davvero di salvarsi?
