Un seme sotto la nostra lingua. Questo il titolo della mostra di Saodat Ismailova all’Hangar Bicocca di Milano.
Un seme è la genesi di un albero, di una foresta. Un seme e’ l’origine di una continuità che racchiude memorie, misteri, il fondamento del passato e del futuro.
Sotto la nostra lingua. Una nostra responsabilità.
Un pensiero comune nell’Asia centrale vede ogni individuo responsabile per le sette generazioni che lo precedono e per le sette che gli succedono ( per noi considerando oggi ogni generazione di 25 anni saremmo responsabili/consapevoli dal 1850 al 2200).
Entrando nella mostra di Saodat Ismailova, artista il cui paese è l’Uzbekistan, ci accoglie il rumore dell’acqua. Il primo dei diversi video trasmessi su schermi multipli ci racconta del fiume Oxus (Amu Darya). Il film segue il corso del fiume dalle sorgenti nel Pamir fino al deserto di Aral, che un tempo era il lago di Aral. Amu Darya (Oxus) e Syr Darya fiumi affluenti del lago d’Aral hanno subito una drastica riduzione della loro portata a causa di canalizzazioni create per l’ agricoltura (per il cotone) dal governo sovietico che ha provocato il prosciugamento del lago con un terribile disastro ecologico e conseguente impoverimento delle comunità che vivevano del loro rapporto con le acque del lago.
Il film Stain of Oxus ci parla di anziani che evocano i loro ricordi e sogni. Una bambina si lava i capelli con l’acqua del fiume.
Il tema del tempo, di un passato che non esiste più ma che deve essere recuperato, trattenuto nella memoria, la storia dell’Uzbekistan e dell’Asia centrale sono narrati nei video e nelle altre opere presentate nella mostra (utilissima la guida offerta dall’Hangar Bicocca).
Il seme sotto la nostra lingua e’ un seme di dattero ( una piccola scultura in oro in una teca accanto al video Arslanbob) che un mistico conserva sotto la lingua e che viene trasmesso al suo successore. Il seme viene piantato e crea una foresta di alberi di noci.
La leggenda poi racconta di un uomo che si ferma sotto uno di questi alberi e si addormenta.
L’uomo scompare. Lo ricercano e infine lo scorgono addormentato tra gli alti rami del noce.
L’uomo si risveglia. Ricorda soltanto di essere stato portato in alto sul noce da alcuni spiriti.
Ricordo che in un suo libro Maurizio Maggiani racconta che in Garfagnana si tramanda una storia per cui gli uomini nelle notti scure se passano sotto un albero di noci rischiano di essere catturati dalle streghe.
Leggende che provengono da paesi lontani e che hanno elementi in comune.
Racconti che ci riportano a leggende delle sette generazioni che ci hanno preceduto.
Terminerei semplicemente osservando che il mondo in cui noi oggi viviamo ci ricorda ogni giorno della nostra responsabilità nei confronti delle sette generazioni che ci seguiranno.
Hangar Bicocca 12 Settembre 2024 – 12 Gennaio 2025