New York, Lisbona, Londra, Washington e Milano: queste le città i cui musei hanno permesso per la prima volta di riunire le parti superstiti della pala agostiniana di Piero della Francesca nell’allestimento del museo Poldi Pezzoli.
Sant’Agostino, San Michele, San Giovanni e San Nicola da Tolentino si possono quindi ammirare insieme ad alcune parti della predella.
Manca la parte centrale della pala (che si ipotizza in base a recenti studi possa essere stata una incoronazione di Maria).
Piero della Francesca maestro nel creare spazi e geometrie definite ‘de prospettiva pingendi’ (‘dalla prospettiva del dipingere’ il titolo di un suo libro) ci pone di fronte a personaggi che ci guardano e ci interrogano.
Questi i temi che ha affrontato Massimo Cacciari in una lectio magistralis tenutasi nel corso della mostra (si può vedere su YouTube). Cacciari parla di altri lavori di Piero. Il Cristo risorto di Sansepolcro dove per l’appunto Cristo ci guarda e ‘ci riguarda’ e la Madonna del parto di Monterchi (al centro dell’ affresco tra due angeli che aprono un tendaggio) che ci indica il mistero che sta avvenendo nel suo corpo.
Anche Carlo Ginzburg, storico, si è occupato in un libro di Piero: ‘Indagini su Piero’ attraverso lo studio di dettagli, ricerche documentarie, un metodo indiziario (che non esita nel citare Freud e Scherlock Holmes) propone cronologie e descrizioni particolareggiate di alcune altre opere di Piero della Francesca (il battesimo di Cristo, la flagellazione di Urbino, il ciclo della vera croce di Arezzo).
Ricordiamo per finire la pala di Brera di Piero. Una buona occasione per recarsi alla Pinacoteca e osservare che il San Giovanni presente sulla destra della pala è lo stesso personaggio della pala agostiniana del Poldi Pezzoli.
Le immagini sono ad opera di chi scrive e propongono la ricostruzione della pala agostiniana e idue San Giovanni a confronto.