Pino Pascali studia scenografia, espone le sue opere per un breve periodo e muore a 35 anni per un incidente in moto.
La Fondazione Prada gli dedica una grande mostra.
E’ il periodo dell’arte povera in Italia, di Rauschenberg e di Warhol in USA.
Pascali ricorre nel suo lavoro ai materiali più disparati (elementi di uso quotidiano nella vita domestica e nel consumismo dell’epoca, ma anche terra, acqua, fieno e così via).
Nella mostra tutto quanto e’ spiegato egregiamente, per cui è di qualcos’altro che vorrei parlarvi. Partiamo da lontano.
C’è una fotografia di Saul Steinberg, grande artista americano, che mi ha sempre intrigato.
Si vede Saul adulto con un bambino per mano (e’ sempre lui).
Mi sono ritrovato lì alla mostra anch’io, adulto, con un bambino per mano (sempre io).
Entro. C’è un teatrino. Dentro il teatrino una bottiglia di champagne. Solo che ha delle scarpine rosse e un ferrettino ricurvo sul tappo. Pascali l’ha chiamato ‘il personaggio’.
Il bambino che tengo per mano sorride.
Più avanti un’altra scenografia con diverse ossa di dinosauri (si sa che con i dinosauri non si sbaglia mai).
Poi un pesce grande, un delfino: la testa da una parte, la coda dall’altra, tutte e due in alto, e a dividerle, in mezzo una colonna.
Nella galleria Nord della Fondazione sono in una sala con un enorme ‘pelouche’, un ragno blu e, sulla parete, una foto dello stesso ragno con accanto Pascali: (gioca) tenta di imitarlo in acrobazie ‘ragnesche’.
Alla fine un consiglio.
Andate a vedere la mostra e portate figli e nipoti ( mi raccomando non troppo grandi). In alternativa andateci prendendo per mano il bambino che siete stati anche voi.
(la foto ‘il teatrino’ e ‘il personaggio’ sono dell’autore stesso c.p.)